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RECOVERY FUND, EMILIANO: LA PUGLIA HA UNA SUA VISIONE STRATEGICA, OCCORRE PROSEGUIRE SU QUESTA STRADA CON I NUOVI MEZZI A DISPOSIZIONE

La Regione Puglia è pronta a dar battaglia per indirizzare il Recovery Fund non solo verso lo sviluppo economico ma in direzione della riduzione del divario Nord-Sud. È questo l’oggetto di un primo incontro, svolto questa mattina in videoconferenza con le associazioni datoriali di categoria su “Nuova programmazione e Next generation”.

All’incontro erano presenti il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, l’Assessore regionale al Bilancio Raffaele Piemontese, il capo di Gabinetto, Claudio Stefanazzi, il vice Capo di Gabinetto Domenico De Santis, il Dirigente regionale di Sezione Programmazione Unitaria Pasquale Orlando e i rappresentanti regionali di Confindustria, Confartigianato, Confcooperative, CNA, Confesercenti, CLAAI e Confcommercio, CONFAPI e Legacoop.

“Noi siamo pronti – ha dichiarato il Presidente Emiliano – ad accogliere una sfida epocale. Attendiamo una discussione compiuta a livello nazionale sull’utilizzo del Recovery Fund. Abbiamo costruito un coordinamento delle regioni del Mezzogiorno attraverso la nostra capacità di dialogare in modo rapido e strategico. Questo e i prossimi incontri sono importanti perché serviranno a confrontarci nel merito delle proposte di utilizzo delle risorse del Recovery, che riteniamo siano strategiche in un mondo che sta cambiando velocemente”.

“La crisi sanitaria mondiale – ha ricordato Emiliano – sta modificando lo scenario economico globale. Non è solo il settore turistico a pagarne le conseguenze. Lo shock sta producendo un arresto della produzione nei paesi interessati dalla pandemia, colpendo le catene di approvvigionamento, un forte calo dei consumi e l’emergere di visioni allarmanti per l’occupazione. Tutto questo, in misura variabile, si potrebbe verificare anche nella nostra regione e nel Mezzogiorno in particolare. Sono necessari quindi interventi ancorati su tre fronti di azione: proteggere i lavoratori, stimolare l’economia e l’occupazione, sostenere il lavoro e il reddito. Tali misure comprendono l’estensione della protezione sociale, la formazione e l’istruzione, il sostegno per mantenere il lavoro e sgravi finanziari e fiscali, anche per le micro, piccole e medie imprese. Continuo a pensare che noi dobbiamo essere capaci di intercettare nuovi business determinati da questa situazione di cambiamento. Questi business possono essere ovviamente farmaceutici, di processo e di servizi”.

 

Secondo l’Assessore Piemontese, “l’appuntamento con la storia lo centriamo se il superamento della questione meridionale guida  una visione complessiva dell'utilizzo dei fondi del recovery fund in modo tale da assicurare che gli interventi abbiano natura strategica e si colleghino agli investimenti nazionali e a quelli europei in modo coerente, in modo che rappresentino una vera e propria ipotesi di uscita dalla questione meridionale”.

 

“Nonostante questa mancata discussione col Governo centrale – ha sottolineato il Capo di Gabinetto Stefanazzi - noi andremo avanti comunque nel confronto e nella programmazione. Detto questo, è assolutamente possibile che nessuno da Roma chiederà mai che cosa ne pensiamo, perché in questo momento il dubbio vero è che ad aprile prossimo il Governo vada con un piano chiuso che delinei in maniera chiara tutti gli obiettivi, ma non è detto che quegli obiettivi saranno poi coerenti con le nostre esigenze”.

 

L'Italia conterà su 65,456 miliardi di sovvenzioni a fondo perduto: il 70% delle allocazioni delle risorse, cioè 44,724 miliardi, è riferito agli impegni per progetti 2021-2022, il resto, cioè 20,732 miliardi, è riferito agli impegni relativi al 2023. Nel complesso la “quota” italiana è di circa 209 miliardi ripartiti in 81,4 miliardi in sussidi e 127,4 miliardi in prestiti.

I governi dovranno inviare alla Commissione europea i Piani di ripresa e di resilienza entro fine aprile 2021.

La Puglia ha individuato come possibili candidati al finanziamento tramite il Recovery Plan 167 progetti per un valore di 17,9 miliardi. La lista delle opere trasmessa alla Cabina di regia di Palazzo Chigi, non è definitiva, ma suscettibile di modifiche e integrazioni anche attraverso il confronto con il partenariato.